L’ascolto è una dimensione fondamentale dell’accoglienza e ne è anche la prima espressione. Vuol dire attenzione senza giudizio alla storia che l’altro porta, alle sue problematiche, ai suoi bisogni. Vuol dire, per noi, mettersi nei panni di chi accogliamo, svuotarci della nostra storia per ricevere quella dell’altro, senza giudicarlo.
Solo dopo l’ascolto, solo dopo una riflessione attenta, diventa possibile cercare insieme le coordinate che permettono di progettare l’uscita dal disagio e una risposta alle richieste fatte.
“Con il bambino nella pancia e nessuno intorno non ce la potevo fare. Lo sapevo. Pensavo che era la fine. Il vuoto tutto intorno. Poi un giorno invece ero a Ain Karim. Mi hanno preso per come ero. C’erano persone che si interessavano di me. Non mi criticavano. Mi stavano ad ascoltare. Non mi mandavano via. Era incredibile. Con loro ce l’ho fatta e adesso eccomi qui con la mia piccola Lucina”. Agosta