Essere fragili e soli nell’affrontare percorsi complessi non è facile. Essere madri e sole, in assenza di una famiglia di appoggio e senza – spesso – neppure dei modelli positivi e funzionali di genitorialità, è una sfida ancora più grande.
Spesso le donne arrivano nella casa famiglia piene di angoscia, di confusione, insicure sul futuro loro e del bambino che portano, incerte se lo vogliono tenere o meno, oppresse da relazioni disfunzionali e dolorose con i loro stessi genitori. Le accogliamo e cerchiamo di tranquillizzarle, di rassicurarle. Avranno tempo e modo per decidere, per riflettere, per dirsi. Saranno aiutate a prendere la strada che scelgono. Quale che sia.
“Io una vita di famiglia vera, tutta mia, non l’ho mai conosciuta. Mio padre chissà chi è. Mia madre mi ha lasciato quando avevo pochi anni. Per fortuna, perché mi maltrattava. Non mi voleva. Sono passata da una casa famiglia a un’altra. Scappavo sempre. Poi è arrivata questa bambina. Ero felice ma sapevo che le cose potevano andare male. Ain Karim mi ha aiutato a capire cosa vuol dire essere una madre. C’era sempre qualcuno che mi stava vicino. Potevo chiedere. Vedevo come facevano loro con la mia bambina, appena nata. Ora siamo in “seconda fase” e penso che ce la facciamo”. Rose
Se le difficoltà sono solo economiche (la mancanza di un lavoro, di una casa) siamo li’ per dare sostegno, per aiutare a rendere possibile un futuro insieme per la madre e il figlio.
Se invece la donna non desidera il figlio, se capisce che non è in grado di amarlo e accoglierlo, sosteniamo la donna nella sua scelta di lasciare il bambino in ospedale, dopo il parto. La legge protegge sia il bambino che la madre ed è giusto – anche se non frequente data la forte pressione della cultura dominante a non “abbandonare” il bambino – offrire al bambino la possibilità di avere una vita nuova, di essere accolto da una famiglia che lo desidera.
Le mamme sono assistite dall’équipe degli operatori nel loro nuovo ruolo di genitore e nei loro nuovi compiti. Sono accompagnate nello sviluppare una relazione sana e costruttiva con il bambino, nel saper mantenere una continuità di impegno, nell’ essere consapevoli delle responsabilità (educative, emozionali, affettive) che hanno nei confronti dei figli.
Dal 2021 l’associazione è impegnata in un progetto di sostegno alla genitorialità destinato alle mamme all’interno del carcere femminile di Rebibbia e nel tempo difficile della loro uscita dal carcere.
Nella primavera 2024 è stato riattivato e formalizzato, con il sostegno della Fondazione Enel nel Cuore il progetto NAIM come punto di aggregazione e sostegno per mamme, bambini e adolescenti.